16 Nov (Italiano) Spazio all’arte: servono nuovi spazi per l’Accademia di Belle Arti di Verona
SPAZIO ALL’ARTE: SERVONO NUOVI SPAZI PER L’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI VERONA
L’appello del Presidente Giaracuni “l’Arsenale come un’Arcadia degli artisti di domani”
Venerdì 10 novembre si è riunita una Commissione Comunale costituita ad hoc per decidere il futuro dell’Arsenale.
Su invito del Presidente della Commissione, è intervenuto Marco Giaracuni – Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Verona – che ha presentato la proposta della storica Accademia Veronese, fondata nel 1764 dal Maestro Gianbettino Cignaroli.
Il Presidente ha ricordato l’esperienza dell’Accademia, che dal 2012 propone Corsi di Studio equiparati alla laurea triennale e magistrale e che il 20 maggio 2017 ha siglato l’accordo di statizzazione.
Un’Accademia che si pone sempre in primo piano nel realizzare iniziative volte allo sviluppo e alla diffusione delle arti e che – grazie alla qualità della docenza e delle possibilità offerte ai propri studenti- vede una costante crescita nel numero di iscritti.
Sembrerebbe una buona notizia per il territorio veronese, che può a pieno diritto vantare un’eccellenza nel mondo Accademico, unica istituzione nel Triveneto dotata di una Scuola di Restauro accreditata e abilitante alla professione di Restauratore di beni culturali.
Una buona notizia che si è trasformata però, rapidamente, in una nota dolente per l’Accademia e per i suoi studenti, che vivono al momento in uno stato di disagio e incertezza dovuto alla carenza di spazi.
L’Accademia, infatti, è ospitata da Palazzo Verità Montanari dal 1949. Un luogo ricco di storia e cultura, concesso in comodato gratuito dal Comune di Verona. Un luogo, però, tanto affascinante quanto limitato e limitante.
Il Palazzo è costituito da Aule e Laboratori, che si rivelano troppo piccoli rispetto al numero di studenti che quotidia-namente lo frequentano – che sono passati dai 220 iscritti nell’Anno Accademico 2008/2009 agli attuali 730, senza tener conto degli studenti Erasmus e di quanti frequentano i Corsi Liberi ed Extracurriculari.
Si consideri inoltre che, dal Dopoguerra a oggi, la sede non ha ricevuto significativi interventi di manutenzione, cosicché alcuni ambienti non sono al momento agibili e fruibili.
Da qui l’appello del Presidente Giaracuni. Mancano aule, laboratori, spazi per la Biblioteca, per la ricerca, per le mo-stre. Mancano spazi per la semplice socializzazione degli studenti tra loro e con il pubblico, fondamentali per la cre-scita artistica e personale. Desidero che il servizio offerto agli studenti sia di qualità, che abbiano spazio per lavorare, per crescere, per formarsi. Perché la principale ricchezza dell’Accademia sono i suoi studenti. “Da qui il mio, il nostro, interesse per l’Arsenale. Un interesse già paventato nel 2007 con il Progetto Chipperfield, poi accantono. Solo mi auguro che stavolta l’epilogo sia differente”.
L’Arsenale, o meglio una porzione di circa 1000 metri quadri di Arsenale, potrebbe essere la risposta a questa cronica assenza di spazi. Ma potrebbe essere molto di più, diventando un luogo di verifica, di confronto e di contaminazione: diventando una fucina di idee, aperta a tutta la città. Nei suoi spazi l’Accademia potrebbe crescere ulteriormente, lavorando con costante impegno e rinnovato entusiasmo per costituire una sorta di Arcadia, pensata per la crescita artistico-culturale dei giovani artisti e come centro culturale attivo e aperto a quanti ruotano attorno al poliedrico mondo dell’arte.
Vi sarebbero gli spazi per accogliere personalità legate al mondo delle arti, per proporre sempre nuovi progetti espositivi, mostre, allestimenti scenografici. In questo modo l’ex compendio militare austriaco, oltre a rimanere un bene pubblico, potrebbe garantire una funzione di pubblica utilità e conservando la propria storicità.
Un progetto certamente ambizioso, ma che può essere raggiunto con l’impegno congiunto dell’Accademia e dell’Amministrazione comunale, in un sinergico progetto di recupero e valorizzazione. Prosegue Giaracuni, l’Accademia non ha grandi risorse, ma è pronta a utilizzare parte delle somme accantonate appositamente, per procedere al restauro di una porzione di stabile, garantendo fin da subito un presidio all’interno dell’area.
E l’onere per il Comune? L’Accademia chiede un comodato gratuito, della durata da concordarsi; un primo intervento di rifacimento della copertura ammalorata o crollata dei fabbricati, portando all’interno dell’area i sottoservizi necessari.
Il risultato: l’Arsenale come produttore di cultura, grazie a un’Accademia le cui potenzialità sono al momento sacrificate per la mancanza di spazi adeguati.
In allegato:
Intervento del Presidente Marco Giaracuni