(Italiano) INTITOLAZIONE AULA MAGNA Accademia di Belle Arti di Verona

(Italiano) INTITOLAZIONE AULA MAGNA Accademia di Belle Arti di Verona

Sorry, this entry is only available in Italian.

INTITOLAZIONE AULA MAGNA

Accademia di Belle Arti di Verona

Mercoledì 13 DICEMBRE, ore 18.00

Mercoledì 13 Dicembre, alle ore 18.00, l’Accademia di Belle Arti di Verona intitolerà la propria Aula Magna all’architetto veronese Libero Cecchini, talento di eccellenza sul piano professionale e umano che ha speso negli anni molte energie e dedicato grande passione alla promozione, crescita e valorizzazione dell’Accademia di Belle Arti di Verona.

È consuetudine intitolare l’Aula Magna delle Istituzioni a qualcuno che si è distinto particolarmente in ambito culturale e/o artistico, molto raro è che ciò accada quando una persona può essere presente ed esprimersi in merito. Libero Cecchini, del resto, è una persona speciale, capace di avvicinare tutti con semplicità disarmante nonostante il proprio estro sia fuori dal comune. Difficile riassumere in poche righe la sua lunga carriera, tuttora in corso, di architetto, restauratore, urbanista, docente, scultore, pittore, ceramista, presidente di numerose istituzioni, attivista nel sociale.

Libero Cecchini ha compiuto quest’anno novantotto anni, partecipa attivamente al dibattito sulle sorti urbanistiche e architettoniche di Verona, come ha fatto recentemente sull’Arsenale; segue progetti di restauro, partecipa a concorsi internazionali; realizza sculture e ceramiche; allestisce e partecipa a mostre; si divide tra l’attività di progettazione nello studio professionale associato col figlio Vittorio e la partecipazione a convegni e, con la freschezza e la curiosità di un neolaureato, si scontra ogni giorno con le moderne complessità di una “professione meravigliosa e impossibile”.

Intitolare l’Aula Magna al Maestro Cecchini deriva innanzitutto dalla volontà di omaggiare un grande artista, una figura molto significativa per l’ Accademia e per la nostra città.” – afferma il Presidente Marco Giaracuni – “Ma Libero Cecchini non è solo architetto, scultore, disegnatore, pittore, ceramista e cultore dell’arte: è un punto di riferimento importante per tutti coloro che si avvicinano al mondo dell’arte. Anche questa intitolazione, che si aggiunge ai numerosi conferimenti ottenuti dal Libero Cecchini, vuole testimoniare il suo incredibile percorso e la sua statura artistica e umana”.

La scelta di intitolare l’Aula a Libero Cecchini” – continua il Direttore Massimiliano Valdinoci – “è stata deliberata all’unanimità dal collegio docenti dell’Accademia proprio per il rapporto pluriennale che Libero Cecchini ha tenuto con la nostra istituzione, che ha animato e promosso non solo nei diversi ruoli istituzionali che ha ricoperto, ma anche attraverso una vicinanza appassionata e costante che ancor oggi possiamo cogliere attraverso stimoli e consigli”.

Interverranno:

Saluti istituzionali

Francesca Briani, Assessore alla Cultura, Turismo, Politiche Giovanili, Pari opportunità del Comune di Verona;

Fabrizio Magani, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza;

Edi Maria Neri, Assessore Anticorruzione, Trasparenza, Semplificazione, Patrimonio e Demanio, Affari legali, Programmazione approvvigionamenti del Comune di Verona;

Francesca Toffali, Assessore Attività economiche e produttive, Commercio, Arredo Urbano, Bilancio e Tributi del Comune di Verona;

Ilaria Segala, Assessore Pianificazione Urbanistica, Programmazione ed interventi per abbattimento barriere architettoniche, Edilizia Privata, Edilizia Economica e popolare, Ambiente del Comune di Verona;

 

Marco Giaracuni, Presidente Accademia di Belle Arti di Verona;

Massimiliano Valdinoci, Direttore Accademia di Belle Arti di Verona;

Libero Cecchini, Architetto

Omaggio musicale degli studenti della Scuola di Scenografia, a cura del Prof. Paolo Valerio, regista e attore.

In occasione dell’intitolazione dell’Aula Magna, l’Architetto Cecchini esporrà l’opera “Giulietta e Romeo”, raffigurante Giulietta che con il manto traforato cerca di coprire la tomba di Romeo. Il manto traforato ha il significato di trasmettere con la luce quello che è oltre la vita.

Al termine della cerimonia seguirà un momento conviviale.

Ingresso libero.

Per maggiori informazioni si rimanda ai riferimenti in calce.

Accademia Belle Arti di Verona

Sabrina Bonomi

Ufficio Comunicazione

tel. 045.800.00.82

www.accademiabelleartiverona.it

comunicazione@accademiabelleartiverona.it

 

 

 

 

Breve profilo dell’architetto LIBERO CECCHINI

Biografia e opere

Discendente da una famiglia di marmisti, cresce nell’ambiente e nella cultura dell’estrazione e della lavorazione della pietra a Sant’Ambrogio di Valpolicella. Laureatosi in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1944, in piena guerra mondiale, solo un anno dopo intraprese una grande sfida professionale: la ricostruzione dei ponti veronesi distrutti dalla guerra. Fu una grande svolta per la sua carriera. Iniziò l’attività presso la Soprintendenza ai Monumenti di Verona, lavorandovi fino al 1966, in cui si dedicò al restauro di edifici pubblici e privati, di spazi urbani e di siti archeologici. Contemporaneamente si occupò di urbanistica, promuovendone uno stile partecipato e “volumetrico” e dell’attività didattica. Consolidò la sua presenza all’interno della Scuola del Marmo di Sant’Ambrogio di Valpolicella, di cui divenne docente e poi direttore; fondò la Scuola di formazione all’edilizia (Edilscuola), dove ha lungamente insegnato; divenne Socio dell’Accademia di Belle Arti “G. B.Cignaroli” di Verona, di cui fu vicepresidente per l’indirizzo artistico per venticinque anni. Dal 1966 si dedicò a tempo pieno alla libera professione, con importanti realizzazioni di edilizia pubblica rappresentativa, come la Camera di Commercio e gli Uffici Finanziari di Verona. Fu presidente dell’A.G.E.C. dove realizzò numerosi interventi, ma soprattutto si occupò degli aspetti culturali e sociali, organizzando viaggi studio e progettando, tra gli altri, brefotrofi e scuole materne. Riqualificò molti spazi nel centro di Verona, tra cui i complessi di via Cattaneo e via Adua, sperimentando anche l’uso del cemento armato per i suoi caratteri plastici sia in nuove realizzazioni che per il restauro. Negli anni Ottanta inaugurò un personale metodo scientifico di restauro e di intervento sul costruito, che anticipa i moderni orientamenti disciplinari e gli valse l’incarico d’insegnamento presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Udine, dove realizzò significativi restauri. Lavorò a Cagliari alla ristrutturazione del comparto dell’Ex Macello, dove era già stato negli anni Sessanta restaurandola cittadella dei Musei, ma la sua attività fu soprattutto nella città e nell’intero territorio veronese, in particolare sul lago di Garda. A lui si devono numerosi restauri tra i quali quelli di San Zeno e di San Procolo, degli Scavi Scaligeri, di Porta Leona, di Palazzo Forti. Negli anni Novanta fu tra i fondatori della “Fondazione Verona per gli adulti portatori di handicap” con l’obiettivo di realizzare un centro riabilitativo funzionale; suo il progetto, che è stato realizzato in località Spianà, a Verona. Con la costituzione dello studio associato col figlio, partecipa a concorsi nazionali e internazionali. Con il Centro Studi Urbanistici del Veneto compì numerosi viaggi all’estero, testimoniati da schizzi e acquerelli. Le sue opere sono state oggetto di una mostra itinerante dedicata al restauro, in Germania e in Spagna.

Ha partecipato a diversi convegni e tenuto lezioni e mostre; ha partecipato con successo a molteplici concorsi e ricevendo numerosi premi e riconoscimenti, sia a livello nazionale che internazionale.

 

 

Contenuti

Molti dei suoi progetti sperimentano il plasticismo materico di Le Corbusier, associato alla spazialità di Mies e si avvicina, anche se in modo inconsapevole, all’organicismo di Wright e soprattutto di Alvar Aalto, che si scorge in particolare nei progetti delle ville private, pensate come luoghi intimi, che nascono dalla natura, interagiscono con il paesaggio, integrano la vegetazione e in cui l’uomo, i suoi bisogni e le sue tradizioni, sono posti al centro del fare architettura.

L’attività di architetto si accompagna, nel tempo libero, una fervida attività artistica, orientata alla realizzazione di opere scultoree, in marmo, legno e bronzo, che affina la sua già spiccata sensibilità per il carattere plastico dei materiali, sensibilità che trasferirà poi in molte opere di architettura concepite come sculture astratte.