(Italiano) Gli studenti di Restauro dell’Accademia nel cantiere didattico alla Villa dei Mosaici di Negrar

(Italiano) Gli studenti di Restauro dell’Accademia nel cantiere didattico alla Villa dei Mosaici di Negrar

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Nei mesi di luglio e ottobre 2021 gli studenti della Scuola di Restauro dell’Accademia di Belle Arti di Verona hanno avuto l’opportunità di lavorare nel cantiere all’interno del sito archeologico che è da tempo al centro dell’attenzione dei media: la Villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella, oggi riconosciuta come uno dei maggiori esempi di villa romana tardo antica del Nord Italia.

L’attività svolta nella Villa dei Mosaici

L’iniziativa organizzata dall’Accademia ha permesso agli studenti del quarto e del quinto anno del profilo PFP1 (materiali lapidei) del corso in Restauro di mettersi alla prova in un ambito che

unisce ricerca e formazione; guidati dalla docente restauratrice Annalisa Marcucci, i ragazzi si sono cimentati per diverse settimane in interventi di manutenzione e di recupero dei preziosi mosaici della villa.

Tra spatole, cazzuole e bisturi, alcuni dei “ferri del mestiere” del restauratore, l’équipe dell’Accademia è riuscita a garantire la conservazione delle piccole tessere di mosaico, ripristinando allo stesso tempo la visibilità delle pavimentazioni, ora esposte ed apprezzabili da parte del pubblico. Per fare ciò, i giovani restauratori hanno agito in tre fasi: innanzitutto, hanno rimosso delicatamente la polvere dalle pavimentazioni; in seguito, hanno eseguito un lavaggio con acqua e prodotti chimici per rimuovere il deposito polveroso più persistente e per riportare i colori dei mosaici a una migliore leggibilità; infine, hanno stabilizzato il perimetro dei mosaici con delle malte di contenimento.

Inoltre, grazie alla collaborazione del professore Stefano Marziali, docente di Tecnologie informatiche per il restauro, l’équipe ha eseguito una mappatura in alta definizione del sito archeologico attraverso l’uso di droni.

 

La collaborazione tra l’Accademia e la Soprintendenza archeologica di Verona

L’intervento di restauro è il frutto di una convenzione tra l’Accademia di Belle Arti e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza (SabapVR), sotto la direzione scientifica dell’archeologo Gianni de Zuccato. Inoltre, il progetto è stato reso possibile anche dalla partecipazione del dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona e della Società Archeologica SAP.

Il successo dell’intervento nel sito di Negrar di Valpolicella è stato il primo passo di una collaborazione che si prospetta positiva e duratura. Infatti, diverse sono le attività già nell’agenda dell’Accademia e di SabapVR: in primo luogo, la continuazione dei lavori nel sito archeologico di Negrar e il proseguimento del restauro dei mosaici; inoltre, è in programma un ulteriore accordo con il Comune di Negrar di Valpolicella e il Politecnico di Milano per la costruzione di un polo museale didattico in corrispondenza della villa, in cui si intrecceranno ricerca scientifica, valorizzazione del territorio e formazione; infine, data la ricezione positiva da parte dei partecipanti, l’Accademia ha intenzione di riproporre l’attività del cantiere estivo ai suoi studenti nell’anno 2022.

 

Il sito di Negrar

I cancelli del sito archeologico di Negrar di Valpolicella si sono aperti nei primi mesi del 2020. L’impegno e gli sforzi congiunti di archeologi, restauratori e studenti hanno riportato alla luce una porzione di terreno la cui estensione e complessità hanno superato ogni aspettativa iniziale. Infatti, la superficie finora riscoperta ha un’area di 3.500 mq, suddivisa in una zona residenziale mosaicata, un settore termale e vari ambienti dedicati anticamente all’agricoltura e alla produzione di vino.

La storia dei mosaici della frazione di “Villa” inizia però ben prima: nel 1887 furono scoperti per caso, durante dei lavori agricoli, alcune porzioni di pavimentazione musiva, che fecero emergere la necessità di un approfondimento archeologico dell’area. Nel 1922 fu condotto uno scavo da parte della Soprintendenza, diretto dall’archeologa Tina Campanile, che mostrò come al di sotto di un paio di metri di terreno ci fossero dei tesori preziosi, e consistenti, ancora da riscoprire. Un successivo scavo (parziale) nel 1975 permise infine di individuare un ulteriore ambiente con mosaico.

La ricerca archeologica però continua: a partire da fine 2021 infatti l’area di scavo sarà estesa anche nelle aree vicine, in modo da verificare e stabilire con precisione i l imiti della villa e lo sviluppo delle strutture murarie e pavimentali individuate.

Per approfondimenti:

Comune di Negrar

Conferenza stampa

SABAPVR