05 Aug (Italiano) Un convegno a Caprino Veronese sul restauro degli affreschi “Scene di caccia” della Casa dei Canonici di Ceredello
La Scuola di Restauro dell’Accademia ha partecipato all’incontro, promosso dalla Pro Loco e dal Comune di Caprino, per esporre il restauro di tre parti dell’affresco del XII secolo d.C condotto dagli studenti e dalla docente referente Laura Lucioli.
Cavalieri a cavallo attorniati da cani in corsa puntano con arco e frecce gli animali selvatici. Dietro, lo stuolo di servitori raccoglie la cacciagione. È un tuffo nella vita del Tardo Medioevo veronese il ciclo di affreschi della Casa dei Canonici di Ceredello illustrato venerdì 29 luglio, alle 17, a Palazzo Carlotti, sede municipale di Caprino Veronese, al convegno “Scene di caccia. Un affresco del primo Quattrocento proveniente dalla Casa dei Canonici di Ceredello”.
Il convegno si è aperto alle 17 con i saluti delle autorità e la presentazione del volume «La presenza dei canonici della cattedrale di Verona in Ceredello e l’affresco con scene di caccia». Sono intervenuti diversi relatori, come Franco Zeni (Biblioteca-Museo di Caprino), il prof. Giuliano Sala, Claudio Facchinetti, Rinaldo Veronesi e Renato Betta (Pro Loco di Caprino), per condividere con il pubblico informazioni storiche e artistiche riguardanti la presenza dei canonici a Ceredello, il rinvenimento e l’acquisizione degli affreschi a metà del Novecento e la descrizione dell’intero ciclo pittorico.
La parola è poi passata all’Accademia di Belle Arti e alla sua Scuola di Restauro, rappresentata per l’occasione dal Coordinatore prof. Massimiliano Valdinoci. Sono state ripercorse le operazioni conservative e il restauro condotti sui tre pannelli affrescati dagli studenti della Scuola di Restauro, seguiti dalla docente Laura Lucioli.
Gli affreschi decoravano la Casa dei Canonici di Ceredello e risalgono al XII secolo d.C. Componevano, probabilmente, una fascia decorativa murale poco sotto il soffitto dell’interno, con le scene di caccia raffigurate in modo consequenziale.
Le opere sono state asportate dalla loro sede originaria attorno alla metà del secolo scorso, per salvarle dalla demolizione dell’edificio in cui si trovavano, e attraverso la tecnica dello “strappo” sono state poste su un nuovo supporto non più murario, ma tessile.
Si tratta di un unicum del panorama artistico di Verona del Tardo Medioevo, di autore sconosciuto.
La tecnica esecutiva con la quale i dipinti murali sono stati realizzati è quella dell’affresco, con l’aggiunta di alcuni dettagli applicati “a secco”, cioè con un medium pittorico differente dalla calce (si ipotizza l’utilizzo di tempera all’uovo), più compatibile con alcuni pigmenti impiegati nella composizione.
Il restauro, svoltosi nei laboratori dell’Accademia dal 2020 al 2022, ha previsto numerosi passaggi: dalla creazione di un nuovo supporto rigido con pannelli in alveolare di alluminio, alle fasi di pulitura della pellicola pittorica, consolidamento, stuccatura e ritocco.